Le api e i cambiamenti climatici

api e cambiamenti climatici

Molto spesso i piccoli amici della fattoria mi chiedono se le api sapranno resistere ai cambiamenti climatici. Bella domanda, speriamo di si! Altrimenti la stessa nostra sopravvivenza in questo pianeta sarebbe a rischio! Le api infatti con il loro incessante lavoro attuano la più importante delle funzioni : l’impollinazione!

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L’importanza dell’impollinazione

Le api sono insetti impollinatori, non si cibano di altri insetti, non riescono con il loro apparato boccale a tagliare, ma possono solo succhiare liquidi zuccherini, tra tutti il nettare! La connessione tra api e piante fiorite è talmente forte che se non esistessero gli insetti impollinatori, le piante stesse andrebbero incontro all’estinzione, in quanto il loro ciclo vitale verrebbe di fatto interrotto.

Ma la dieta delle api non è sempre stata cosi e per comprendere questo concetto dobbiamo tornare indietro nel tempo, quando comparvero le prime piante.

In effetti le prime piante come le intendiamo noi, comparse sulla Terra erano delle felci. Queste tuttavia avevano bisogno dell’acqua per potersi riprodurre tramite le loro spore e questo fattore era notevolmente limitante. L’innovazione evolutiva successiva fu quindi quella di differenziare il seme, che essendo disidratato garantiva una maggiore dispersione e la possibilità di riprodursi anche lontano dall’acqua.

Le piante che si riproducono per seme sono chiamate spermatofite e si dividono in due grandi gruppi, Gimnosperme e Angiosperme. Le gimnosperme sono le più primitive tra le due e hanno un seme che è a contatto con il mondo esterno ( es. Pigna ) e per questo non hanno bisogno delle api per riprodursi e spostare il polline che viene mosso dal vento. Le prime api comparse sulla terra vivevano con questo tipo di piante e non si nutrivano di nettare perchè questa tipologia di piante di fatto non lo produce. Quindi le api primitive erano carnivore, si cibavano di altri insetti, e vivevano solitarie … si trattava di api molto simili a delle vespe.

Come si sono evolute le api nel tempo

Ma l’evoluzione non si è fermata e le piante hanno modificato il modo di portare il seme : da nudo a ricoperto, da gimnosperme ad angiosperme. Tagliate un pomodoro in due e notate come i semi sono contenuti dentro una polpa ricoperta da una buccia.

La grande novità di queste piante era il fiore come organo di riproduzionee gli insetti impollinatori come veicolo per il polline!

  • Fiori colorati, per attirare api e impollinatori,
  • Fiori profumati, per attirare api e impollinatori,
  • Fiori dotati di nettare per attirare api e impollinatori.

E’ qui che la storia delle api e degli impollinatori in genere si unisce e fonde con quella delle piante, dei frutti e della loro riproduzione. E dello sbocciare sulla Terra di magnifici fiori.

Le api diventano palinivori o mangiatori di polline, e la loro evoluzione va di pari passo a quella delle piante.

Cosa succederà nel futuro?

Le api come le piante hanno resistito all’impatto del meteorite sulla Terra e ai cambiamenti climatici che ne sono derivati. Le teorie sono ancora in via di definizione e studio e sono molteplici e per questo motivo non mi sembra il caso di discuterne approfonditamente

Ci basti sapere solo che oggi le piante da fiore e gli impollinatori sono soravvissuti anche a quell’evento così brusco e repentino.

Questo ci fa ben sperare che nonostante il cambiamento climatico in corso, se e solo se da parte dell’uomo ci sarà un immediato ritorno al rispetto dell’ambiente, anche le api potranno adattarsi e continuare a vivere e svolgere per noi il loro meraviglioso lavoro, fondamentale per la vita e la biodiversità dell’intero pianeta.